“Myths from Smoldering Skies” è un attraversamento emotivo e visivo in un paesaggio sospeso, dove rovina e rinascita convivono nello stesso respiro. In questo testo, l’esperienza della mostra viene raccontata come un viaggio intimo attraverso i mondi speculativi di Jung Min Lee, Leilei Wu, Sir Taki e Mattia Ragni: quattro linguaggi che, tra ibridazioni post-umane, reliquie luminose, collage dissonanti e architetture d’acciaio, interrogano ciò che resta dell’immagine in un tempo di collasso. L’articolo esplora come questi universi, diversi ma convergenti, trasformino i detriti del presente in nuove mitologie visive, rivelando un modo possibile di immaginare il futuro a partire dalle braci ancora fumanti del nostro mondo.
Jung Min Lee, Mattia Ragni, Sir Taki, Leilei Wu, Myths from Smoldering Skies, Limbo Contemporary (Milano).
Installation view. Ph Oscar Giacomini
A volte entro in una mostra e mi sembra di varcare la soglia di un mondo in cui forse ho vissuto in un tempo passato ma di cui non ricordo nulla; con quella sensazione di attraversare qualcosa che è già stato ma che in qualche modo mi riguarda ancora, e Myths from Smoldering Skies mi ha fatto esattamente questo effetto: la percezione di camminare in un mondo che sta finendo e cominciando nello stesso istante, un paesaggio di braci che non si spengono mai davvero e che anzi illuminano ciò che resta, ciò che potrebbe tornare a vivere.
Jung Min Lee, Mattia Ragni, Sir Taki, Leilei Wu, Myths from Smoldering Skies, Limbo Contemporary (Milano).
Installation view. Ph Oscar Giacomini
C’è qualcosa di profondamente umano e insieme disumano nei mondi di Jung Min Lee: questi esseri ibridi, nostalgici custodi di una specie scomparsa, sembrano muoversi dentro un tempo che mi sfiora con un senso di perdita e desiderio, come se la memoria non fosse solo un archivio ma un organo vivo che pulsa anche quando non vogliamo ascoltarlo. Nei suoi dipinti ho sentito una malinconia quasi dolce, quella di una civiltà che non c’è più ma che continua a risuonare attraverso figure che cercano ancora di riparare, cantare, ricordare; e mentre guardavo la barda vegetale di Earth Song mi sono chiesta quante volte anche noi proviamo a cantare sopra la distruzione sperando che qualcosa, nel frattempo, fiorisca. Leilei Wu, invece, mi ha fatto pensare a come la luce possa essere una forma di memoria e non soltanto un modo per vedere: le sue sculture sembrano reperti arrivati da un futuro già antico, oggetti che respirano grazie ai LED, superfici che riformulano lo spazio come se la tecnologia potesse diventare una specie di lingua sacra.
Jung Min Lee, Mattia Ragni, Sir Taki, Leilei Wu, Myths from Smoldering Skies, Limbo Contemporary (Milano).
Installation view. Ph Oscar Giacomini
Guardandole da vicino ho avuto la sensazione di toccare una soglia, un punto in cui organico e sintetico smettono di essere contrari e diventano una sola narrazione possibile, una sola forma di sopravvivenza. Poi ci sono le immagini di Sir Taki, che mi hanno colpita come messaggi interrotti arrivati da un mondo sovraccarico di segni: frammenti che si urtano, si attraggono, si riscrivono. In quei collage digitali ho trovato un gesto profondamente umano, quasi una lotta silenziosa per capire cosa stiamo guardando e cosa invece non riusciamo più a vedere, e mi è sembrato che ogni opera portasse con sé una domanda, non una risposta: chi siamo quando siamo immagine? E chi resta fuori dal quadro? Con Mattia Ragni ho sentito una sensazione diversa, più frastagliata: le sue strutture in acciaio, così ordinate e al tempo stesso così caotiche, mi hanno dato l’impressione di osservare un cervello contemporaneo sezionato, stratificato, attraversato da segnali confusi. In quelle superfici fitte di un immaginario sovraccarico, ho riconosciuto la precarietà del nostro sguardo, sempre in bilico tra attrazione e saturazione, tra la bellezza e quella forma di mostruosità che nasce quando tutto diventa troppo.
Alla fine, camminando tra questi quattro mondi che si sfiorano senza toccarsi, ho avuto la sensazione che la mostra parlasse soprattutto di questo: di come costruiamo miti nuovi dai resti del presente, di come l’immagine – anche quando sembra collassare – trovi comunque un modo per sopravvivere, rigenerarsi, raccontare ancora qualcosa. Myths from Smoldering Skies, per me, è stato un attraversamento lento dentro una soglia sospesa: un luogo dove il passato non è finito, il futuro non è iniziato, e nel mezzo ci siamo noi, con le nostre braci che continuano ostinatamente a fumare, a cercare una forma, a chiedere di essere viste.
S. F. C.
Jung Min Lee, Mattia Ragni, Sir Taki, Leilei Wu
Myths from Smoldering Skies
Con testo di Anni Wu
Limbo Contemporary, Via Rosolino Pilo, 14, Milano
6 Novembre 2025 – 19 Dicembre 2025
PHOTO GALLERY
Jung Min Lee, Mattia Ragni, Sir Taki, Leilei Wu, Myths from Smoldering Skies, Limbo Contemporary (Milano).
Installation view. Ph Oscar Giacomini
Jung Min Lee, Mattia Ragni, Sir Taki, Leilei Wu, Myths from Smoldering Skies, Limbo Contemporary (Milano).
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Jung Min Lee, Mattia Ragni, Sir Taki, Leilei Wu, Myths from Smoldering Skies, Limbo Contemporary (Milano).
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Jung Min Lee, Mattia Ragni, Sir Taki, Leilei Wu, Myths from Smoldering Skies, Limbo Contemporary (Milano).
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Jung Min Lee, Mattia Ragni, Sir Taki, Leilei Wu, Myths from Smoldering Skies, Limbo Contemporary (Milano).
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Jung Min Lee, Mattia Ragni, Sir Taki, Leilei Wu, Myths from Smoldering Skies, Limbo Contemporary (Milano).
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Jung Min Lee, Mattia Ragni, Sir Taki, Leilei Wu, Myths from Smoldering Skies, Limbo Contemporary (Milano).
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Jung Min Lee, Mattia Ragni, Sir Taki, Leilei Wu, Myths from Smoldering Skies, Limbo Contemporary (Milano).
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Jung Min Lee, Mattia Ragni, Sir Taki, Leilei Wu, Myths from Smoldering Skies, Limbo Contemporary (Milano).
Installation view. Ph Oscar Giacomini
Jung Min Lee, Mattia Ragni, Sir Taki, Leilei Wu, Myths from Smoldering Skies, Limbo Contemporary (Milano).
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Jung Min Lee, Mattia Ragni, Sir Taki, Leilei Wu, Myths from Smoldering Skies, Limbo Contemporary (Milano).
Installation view. Ph Oscar Giacomini
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