SUMUD DI SLIMAN: ULIVI E CREPE

Pubblicato il 2 ottobre 2025 alle ore 11:00

Sliman Mansour, artista palestinese, intreccia nelle sue opere memoria e resistenza, trasformando la terra, il fango e i frutti della sua patria in simboli di identità e perseveranza. Attraverso figure femminili, ulivi, arance e villaggi perduti, i suoi dipinti raccontano storie di radici che non si dimenticano e di un popolo che esiste anche nell’assenza. Le sue tele non sono solo immagini: sono testimoni silenziosi del dolore, della bellezza e della forza della Palestina, dove ogni crepa nel fango diventa segno di vita e ogni pennellata un atto di resistenza. Questo testo esplora la malinconia e la poesia della sua arte, mostrando come l’atto creativo possa essere al contempo memoria, denuncia e carezza per l’anima.

 

Sliman Mansour, From the river to the sea, olio su tela, 2021 (dal sito ufficiale)

 

Sotto il cielo screziato di polvere e luce tremolante della Palestina, Sliman Mansour cammina tra gli ulivi e i mandorli, tra i campi aridi che sanno di casa e di perdita. Ogni pennellata sulle sue tele è un respiro, un filo sottile che lega la terra alla memoria, la mano alla storia, il dolore alla bellezza. C’è una donna che porta un cesto di arance, fragranza di Jaffa, città che è assenza e canto. C’è il fango che si screpola sotto le sue dita, e con esso si screpola anche la memoria, ma la crepa diventa segno indelebile, diventa testimonianza, diventa resistenza, diventa sumud.

 

Sliman Mansour, Yaffa, olio su tela, 1979 (dal sito ufficiale)

 

I colori delle sue opere non sono mai solo colori: raccontano villaggi cancellati, sorrisi rubati, mani che lavorano la terra con amore e fatica infinita. Le forme si piegano sotto il peso della storia, ma non si spezzano mai del tutto. Guardando le sue tele, il cuore si tende tra nostalgia e orgoglio: ogni ulivo, ogni frutto, ogni piega di stoffa narra radici che non si dimenticano, un popolo che esiste anche quando il mondo sembra averlo rimosso. I colori diventano le lacrime di un popolo che vuole smettere di piangere per il dolore e la paura, ma vuole tornare a piangere per la gioia di essere ancora qui, ancora un giorno, ancora una vita.

 

Sliman Mansour, Perseverance, tecnica mista, 1980s (dal sito ufficiale)

 

Sliman Mansour non dipinge soltanto: intreccia memoria e resistenza, trasforma la terra in poesia e il dolore in luce, mostrando che anche nella perdita c’è sempre un filo invisibile che lega alla vita, alla storia, alla propria terra. E così, davanti alle sue opere, si sente la malinconia del tempo perduto, ma anche la forza silenziosa di chi sa resistere con la dolcezza di un pennello e la tenacia della memoria.

Tornerà mai il profumo degli ulivi, degli aranceti e dei mandorli a venir respirato tra le strade di Jaffa, di Gaza? Quando sparirà completamente l’odore acre e marcio del sangue versato?

 

From the river to the sea, Palestine will be free!

 

Nico Zugan

 

PHOTO GALLERY

 

Sliman Mansour, Peace, fango su legno, 2007 (dal sito ufficiale)

 

Sliman Mansour, Breaking Free, olio su tela, 2021 (dal sito ufficiale)

 

Sliman Mansour, Motherhood, olio su tela, 1976 (dal sito ufficiale)

 

Aggiungi commento

Commenti

Non ci sono ancora commenti.