NON LASCARMI, MADRE!

Pubblicato il 1 febbraio 2024 alle ore 11:00

Fino al 17 Febbraio, la Galleria Giò Marconi di Milano ospita la mostra collettiva dal titolo "Motherboy" a cura di Stella Bottai e Gray Wielebinski. L'esperienza offerta al pubblico è un viaggio visuale attraverso la simbologia del rapporto che intercorre tra madri e figli, cercando di smontarne i luoghi comuni patriarcali e machisti secondo una prospettiva queer e femminista. 

 

Exhibition view, MOTHERBOY, Curated by Stella Bottai and Gray Wielebinski. 23.11.2023 - 17.02.2024

Gió Marconi, Milan. Photo: Fabio Mantegna

Gaetano Pesce, Feminino, 2005, Armchair in rubber and natural fibers, 140 x 127 x 80 cm.

Edition: Limited edition of 6 + 2 p.a.. Courtesy of Galleria Luisa Delle Piane

 

Madri e prole sono due categorie legate fra loro da un filo d’Arianna indissolubile, difficile da riavvolgere una volta dipanato. Sono talmente uniti che diventano una cosa sola e il folklore mitologico del mondo occidentale è costellato da simboli e personaggi che richiamano questo rapporto così morboso e soffocante.

Primo fra tutti, Edipo, colui che dà il nome all’omonimo complesso teorizzato dal padre della psicanalisi Sigmund Freud. Come viene scritto da Sofocle nella tragedia Edipo re, il personaggio viene presentato nel momento in cui sale al trono come re di Tebe, magnanimo e illuminato, ma nella città imperversa una letale pestilenza e solo l’Oracolo di Delfi, sacro ad Apollo, può aiutare a comprendere l’origine di questo male.

È a questo punto che la sinossi mette in primo piano il declino psicologico di Edipo dopo che ha appreso i nefandi gesti compiuti prima di essere re; l’uccisione del padre e il rapporto incestuoso con la madre diventano fonte di follia e disprezzo verso se stesso, tanto da accecarsi per non affrontare le conseguenze che si riversano su tutto il suo popolo tebano.

 

Exhibition view, MOTHERBOY, Curated by Stella Bottai and Gray Wielebinski. 23.11.2023 - 17.02.2024

Gió Marconi, Milan. Photo: Fabio Mantegna

 

Nella psicanalisi moderna, secondo le teorie di Freud, il complesso di Edipo si riflette nell’attaccamento del bambino nei confronti della madre nel periodo che intercorre tra la fase fallica e gli albori del periodo di latenza, quindi tra i 3 e i 6 anni. In questa fase della sua vita e del suo sviluppo psicosessuale, il bambino vede nella madre la fonte del piacere e il padre appare come un nemico. Dal punto di vista del bimbo, si può comprendere il perché di tale attaccamento, dato che l’infante sta ancora attraversando un momento della vita in cui la suzione fa ancora parte del suo ciclo di abitudini.

Questo aspetto mammone viene messo in luce anche nel percorso della mostra Motherboy presso la galleria Giò Marconi di Milano. Il titolo stesso si può tradurre come un cocco di mamma e la mostra attinge a piene mani dalla simbologia che lega madri e figli per stendere una critica sociale e politica al contesto moderno, sia a livello internazionale che locale.

“Motherboy” è radicato nel contesto italiano e tuttavia proietta uno scenario più ampio oltre le identità nazionali. Il termine mammismo è un esempio di tradizione inventata nel dopoguerra, per via –– secondo la storica Marina d'Amelio – di scrittori come Corrado Alvaro, che per primo coniò il termine nel 1952, alla ricerca di ragioni che spiegassero i mali sociali dell’Italia. Un’attenzione materna carente o distorta è stata ritenuta responsabile delle carenze degli uomini italiani e quindi della società italiana in generale – un concetto che in gran parte filtra all’interno della cultura odierna, come notato dall’accademica Jacqueline Rose, che scrive “le madri sono socialmente il sommo capro espiatorio per i nostri fallimenti personali e politici, per tutto ciò che è sbagliato nel mondo”.

(Dal comunicato stampa della mostra Motherboy, Giò Marconi)

 

Exhibition view, MOTHERBOY, Curated by Stella Bottai and Gray Wielebinski. 23.11.2023 - 17.02.2024

Gió Marconi, Milan. Photo: Fabio Mantegna

 

Il mammone, in sostanza, è un uomo adulto mancato che non sa crescere o per lo meno si rifiuta di crescere per non uscire dalla sicurezza dell’abbraccio materno. Nel linguaggio colloquiale, però, le sottane di mamma non sono il rifugio segreto, bensì l’angolo della vergogna a cui attaccarsi.

Freud non manca anche a delineare una teoria anche sulla prospettiva femminile: se il complesso di Edipo riguarda principalmente il bambino maschio e il suo attaccamento alla madre, nella psicologia femminile viene considerata da Freud l’impossibilità per la bambina di sostituirsi al padre perché manca un elemento fondamentale per l’identità psicosessuale, il pene.

La bambina, nella fase fallica, soffre della cosiddetta invidia del pene perché già tra i 3 e i 5 anni apprende la differenza di genere che la separa dal bambino maschio. Lei non può realizzare il suo desiderio inconscio di allontanare il padre per unirsi con la madre, proprio perché le manca il pene e incolpa la madre per averla castrata, come punizione. Da questi dettagli si vede l’intrinseca misoginia che si racchiude nelle tesi freudiane, in cui la donna viene vista più come un Non-Uomo per via della sua incompletezza sessuale.

 

Exhibition view, MOTHERBOY, Curated by Stella Bottai and Gray Wielebinski. 23.11.2023 - 17.02.2024

Gió Marconi, Milan. Photo: Fabio Mantegna

 

Il superamento dell’invidia del pene, secondo Freud, sta tutto nel momento della gravidanza e del parto, in cui la femmina sostituisce il desiderio di avere un pene con il desiderio di avere un figlio per sentirsi completa. In questi termini si capisce la subordinazione della femmina rispetto al maschio, dove la prima è condannata a rincorrere per tutta la vita un qualcos’altro per sentirsi completa, mentre il secondo è perfetto così com’è, dato che è già dotato di pene per natura.

Nella mostra Motherboy c’è un interessante sfondo queer e femminista che cerca di smontare l’accezione negativa con cui l’archetipo della Madre viene investito, come ci pensa anche Adrienne Rich nel testo manifesto Nato di donna. Cosa significa per gli uomini essere nati da un corpo di donna del 1976. Il mammone è poco virile, poco maschio nella sua accezione più machista e omofoba: per un uomo è un disonore riconoscere di essere stati messi al mondo da una donna.

Al di là di Freud, diversi uomini prima e dopo di lui vedono nella maternità il massimo livello di realizzazione femminile: una donna che non procrea non è veramente donna, perché la femminilità si traduce con l’essere madre. Ben ce lo insegnano, ancora una volta, i tragediografi greci e latini prendendo in esame una delle figure più ombrose e complesse della mitologia greco-romana, Medea.

 

Exhibition view, MOTHERBOY, Curated by Stella Bottai and Gray Wielebinski. 23.11.2023 - 17.02.2024

Gió Marconi, Milan. Photo: Fabio Mantegna

 

Sia nella tragedia greca di Euripide che in quella latina di Seneca, l’atto più estremo che viene condannato dagli autori è l’infanticidio che Medea compie per ripicca nei confronti di Giasone; con il senno di poi, se si interpreta il gesto di Medea con una visione freudiana, quella che la principessa della Colchide compie è un vero e proprio atto di castrazione nei confronti del marito corinzio. In sintesi, sia Euripide che Seneca criticano tra le righe il comportamento di Medea come madre scellerata che arriva al punto di uccidere i suoi stessi figli solo per fare un torto al marito.

La completezza materna, nel corso della mostra Motherboy, viene messa in luce secondo la sua costruzione patriarcale, proprio perché è una caratteristica femminile teorizzata dalla mente maschile. Attraverso media differenti che spaziano dalla pittura al collage, dalla scultura alle video-installazioni, quella che viene offerta al pubblico è una riflessione sui simboli del rapporto tra madre e prole, nei suoi più molteplici aspetti.

Motherboy tenta di mettere in atto, in maniera generativa, un ritiro dai costrutti patriarcali di questa nozione, alla ricerca di un legame familiare che sia consapevole ma liberato dalla propria storia.”

(Dal comunicato stampa della mostra Motherboy, Giò Marconi)

 

S. F. C.

 

Sophia Al Maria; Jonathan Lyndon Chase; Patrizio Di Massimo; Bracha L. Ettinger; Hadi Falapishi; Jes Fan; Apostolos Georgiou; Allison Katz; Leigh Ledare; Maia Ruth Lee; Gaetano Pesce; Jenna Sutela; Gray Wielebinski; Kandis Williams; Bruno Zhu

MOTHERBOY

A cura di Stella Bottai e Gray Wielebinski

Giò Marconi, via Tadino 15, Milano

23 Novembre 23 – 17 Febbraio 2024

 

PHOTO GALLERY

 

Exhibition view, MOTHERBOY, Curated by Stella Bottai and Gray Wielebinski. 23.11.2023 - 17.02.2024

Gió Marconi, Milan. Photo: Fabio Mantegna

 

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Gió Marconi, Milan. Photo: Fabio Mantegna

 

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Gió Marconi, Milan. Photo: Fabio Mantegna

 

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Gió Marconi, Milan. Photo: Fabio Mantegna

 

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Gió Marconi, Milan. Photo: Fabio Mantegna

 

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Gió Marconi, Milan. Photo: Fabio Mantegna

 

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Gió Marconi, Milan. Photo: Fabio Mantegna

 

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Gió Marconi, Milan. Photo: Fabio Mantegna

 

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Gió Marconi, Milan. Photo: Fabio Mantegna

 

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Gió Marconi, Milan. Photo: Fabio Mantegna

 

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Gió Marconi, Milan. Photo: Fabio Mantegna

 

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Gió Marconi, Milan. Photo: Fabio Mantegna

 

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