Il giorno 25 Novembre 2023 si concluderà l'esposizione "L'Archivio Imprevisto. Per una lettura femminista dell'Archivio di Brera", organizzata e allestita dal giovane gruppo curatoriale degli studenti della scuola di Visual Cultures e Pratiche Curatoriali dell'Accademia di Belle Arti di Brera. Nello spazio del Salone Napoleonico, altamente connotato dalla presenza maschile, viene portata l'attenzione sui nomi delle donne passate nei corridoi dell'Accademia e di cui si è scordata la storia.
Exhibition view L'Archivio Imprevisto. Per una lettura femminista dell'Archivio di Brera
Mettendo piede nell'ampio Salone Napoleonico dell'Accademia di Brera, si viene investiti da un'atmosfera riflessiva suggerita dall'ambiente allestito dal team curatoriale di studenti e studentesse della scuola di Visual Cultures e Pratiche Curatoriali dell'Accademia di Belle Arti di Brera di Milano. L'ampio lavoro svolto dagli studenti prende in esame i registri studenteschi dell'Accademia conservati presso la Biblioteca d'Arte Contemporanea Guido Ballo, concentrandosi più precisamente sulle annate che comprendono l'arco temporale tra il 1945 e il 1968. La sezione temporale presa in considerazione non è affatto casuale, dato che circoscrive il periodo storico compreso tra due fuochi, come il secondo dopoguerra e il biennio del 1968-1969, quando l'Europa è stata travolta dalle ondate dei movimenti studenteschi, della dissidenza politica, della coscienza femminista.
In un certo senso, il giovane team indaga sul periodo di stallo che ha portato alla fermentazione degli stravolgimenti sociali e politici sopracitati, in relazione alla storia dell'Accademia di Brera e della popolazione studentesca che è passata negli spazi dell'Istituzione. Setacciando i registri è stato possibile ricostruire la storia della presenza femminile nel contesto accademico, prendendo in considerazione la percentuale dell'abbandono scolastico e l'aumento della percentuale delle studentesse rispetto ai colleghi di sesso maschile.
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Ciò che ne è risultato sono stati 1269 nomi di studentesse di cui solo una minima percentuale si è affermata nel sistema dell'arte contemporanea, tra cui Grazia Varisco, Amalia Del Ponte, Fausta Squatriti, Lydia Silvestri, Libera Mazzoleni. Di conseguenza il team curatoriale ha voluto dedicare uno spazio di recupero della memoria storica dedicato a tutti quei nomi che invece suonano completamente sconosciuti e dimenticati. Grazie all'intervento dell'artista olandese Riet Wijnen con l'opera Disposition table (2017-2023), il pubblico è chiamato a confrontarsi attivamente con l'archivio e con il discomfort dato dalla mancanza di istruzioni su come maneggiare tutti quei nomi e numeri di matricola, unici dati certi che sono stati rilevati dagli studenti e studentesse di Visual Cultures.
Il recupero della memoria e delle macrostorie che fino ad ora sono state dimenticate nell'archivio dell'Accademia di Brera parte dal disordine e dal disorientamento dato da Disposition Table, ma la matassa si dipana via via grazie alla costruzione della struttura espositiva pensata dal team. Infatti, il punto medio del percorso allestitivo è una piccola biblioteca fittizia in cui il pubblico può studiare e ordinare le informazioni dell'archivio e metterle a confronto con la bibliografia costituita da testi di vario genere che toccano punti come la relazione tra femminismo e arti visive, l'archivio come linguaggio, generalia sulla storia contemporanea del movimento femminista e monografie delle artiste che sono passate per l'Accademia di Brera nel corso del loro percorso artistico.
Tuttavia, non è stato facile ricostruire il piccolo patrimonio letterario che il team ha allestito e messo a disposizione del pubblico, tanto da chiedere aiuto a diverse realtà e istituzioni sparse sul suolo della città di Milano, tra cui la Biblioteca di Filosofia dell'Università Statale degli Studi di Milano, la Libreria delle Donne, la Fondazione Elvira Badaracco, l'Unione Femminile Nazionale e la Bibliomediateca Laura Lepetit Maltini nata in seno all'istituzione della Casa delle Donne. Di conseguenza, l'interattività del percorso espositivo si riflette anche nella costituzione di una rete di condivisione e dialogo che va al di fuori dei confini dell'Accademia di Brera
Exhibition view L'Archivio Imprevisto. Per una lettura femminista dell'Archivio di Brera
Proprio parlando di reti e dialogo che si introduce il terzo punto del percorso espositivo, con l'opera Filogenesi-Epigeo realizzata dalle studentesse e studenti del corso di Didattica dei linguaggi artistici del biennio specialistico in Terapeutica Artistica, sotto la guida della docente Daniela Zarro. L'opera appare come un tappeto composto da diverse sezioni, di cui ognuna elaborata individualmente dal corpo studenti del corso e tutte insieme vanno a costituire una coralità di colori, textures e pattern visivi in armonia tra di loro.
Grazie alla sua genesi in quanto tappeto modulare, Filogenesi-Epigeo diventa lo spazio di riflessione e contemplazione in cui il pubblico può elaborare individualmente i dati e le informazioni assorbite nel corso della mostra, oltre che a partecipare a talk e incontri messi in calendario nel corso della mostra. La rielaborazione collettiva avviene anche in questo modo, uscendo dalla divisione gerarchica tra relatrici/relatori e pubblico uditore.
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Oltre allo spazio pensato alla riattivazione della memoria storica, il team curatoriale ha ben pensato di dedicare un allestimento anche all'eredità femminista postuma al biennio del 68-69, tra cui le pubblicazioni del collettivo di Rivolta Femminile fondato da Carla Lonzi, Carla Accardi ed Elvira Banotti. I libretti verdi, prestati dalla Libreria delle Donne, segnano un percorso di evoluzione del pensiero femminista anche in relazione alle arti visive come si vede nella pubblicazione Autoritratto di Carla Lonzi, edizione originale del 1969 della casa editrice di Bari De Donato. Oltre alla serie dei libretti di Rivolta Femminile, si contano anche i cataloghi della Biennale di Venezia del 1978, XXXVIII Edizione, come la mostra Materializzazione del Linguaggio a cura di Mirella Bentivoglio, oltre alla prima edizione del catalogo della mostra curata da Lea Vergine L'altra metà dell'avanguardia, allestita presso il Palazzo Reale di Milano nel 1980.
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Il percorso espositivo termina con un'installazione site specific di inviti fittizi, su cui son segnati i nomi delle 1269 studentesse riportate alla luce dalle studentesse e studenti del corso specialistico di Visual Cultures e Pratiche Curatoriali, nel corso della ricerca in archivio. Il pubblico è chiamato a prendere con sé qualcuno degli inviti, per far uscire dal safe place dell'Accademia e dell'archivio la memoria e la storia della ragazze che hanno camminato per quegli stessi corridoi in cui ora passano le nuove generazioni del corpo studenti.
S. F. C.
L'Archivio Imprevisto. Per una lettura femminista dell'Archivio di Brera
A cura di Gabriele Maria Cannici, Chiara D’Alesio, Marco Fazzari, Elisa Malandrin, Sharon Marini, Miriam Muscas, Beatrice Papotti, Nicolas Pezzotta, Luna Protasoni, Vanessa Villa
Supervisione e coordinamento di Raffaella Pulejo e Serena Francesca Castronovo
Salone Napoleonico, Accademia di Belle Arti di Brera, via Brera 28, Milano
6- 25 Novembre 2023
PHOTO GALLERY
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