In “Fantasy vanishes in flesh”, Ivana Bašić esplora la materia come soglia tra corpo e spirito, realtà e dissoluzione. Le sue sculture, sospese tra umano e post-umano, mettono in scena processi di metamorfosi in cui la carne diventa simbolo di pressione, fragilità e trasformazione. Attraverso materiali come cera, bronzo, vetro e acciaio, Bašić costruisce un linguaggio alchemico che traduce in forma la tensione tra distruzione e rinascita. La mostra alla galleria Francesca Minini diventa così una meditazione sulla disintegrazione del sé, sulla permeabilità dei confini tra vita e morte, e sulla possibilità di un’esistenza oltre l’umano.

Ivana Bašić, Fantasy vanishes in flesh, exhibition view at Francesca Minini, Milan, 2025
Courtesy Francesca Minini, Milan Photo Andrea Rossetti
Nel silenzio levigato della galleria, i corpi di Ivana Bašić sembrano respirare un’aria d’altro mondo. Fantasy vanishes in flesh è un titolo che già enuncia un paradosso: la fantasia che svanisce nella carne, l’immaginazione che si coagula nella materia. È in questa tensione tra visibile e invisibile che si muove la nuova mostra dell’artista serba, la cui ricerca intreccia il trauma della storia con le possibilità metafisiche della forma.
Segnata dalle esperienze di guerra e violenza che hanno accompagnato il crollo della Jugoslavia, Bašić sviluppa una visione postumanista in cui il corpo diventa terreno di trasformazione. Le sue sculture — fatte di cera, bronzo, vetro, acciaio e pietra — non rappresentano semplicemente corpi, ma processi di mutazione, stati intermedi tra il nascere e il dissolversi. Ogni materiale partecipa a un linguaggio simbolico coerente: il vetro come respiro solidificato, la cera come carne impermanente, il bronzo come armatura, l’acciaio come forza implacabile, la pietra come memoria della pressione geologica che ci restituisce alla polvere.

Ivana Bašić, Fantasy vanishes in flesh, exhibition view at Francesca Minini, Milan, 2025
Courtesy Francesca Minini, Milan. Photo Andrea Rossetti
Bašić costruisce così una cosmologia personale in cui la materia è viva, attraversata da tensioni invisibili — pressione, torsione, gravità, respiro. L’artista sembra suggerire che la soggettività stessa non è altro che un campo di forze, continuamente deformato dal contatto con l’Altro, con il tempo, con la morte.
In Fantasy vanishes in flesh, Bašić non contempla la dissoluzione come perdita, ma come possibilità. Il suo è un pensiero della soglia: il corpo che si disintegra diventa portale verso un’altra condizione, dove la materia non è più legata alla forma, ma aperta all’illimitato. È in questo spazio sospeso — tra la carne e la fantasia — che si manifesta la sua visione più radicale: una meditazione sulla metamorfosi, sull’immortalità e sulla fragile grandezza dell’essere umano.
S. F. C.
Ivana Bašić
Fantasy vanishes in flesh
Francesca Minini, via Massimiano, 25, Milano
24 Settembre 2025 – Dicembre 2025
PHOTO GALLERY

Ivana Bašić, Fantasy vanishes in flesh, exhibition view at Francesca Minini, Milan, 2025
Courtesy Francesca Minini, Milan. Photo Andrea Rossetti

Ivana Bašić, Fantasy vanishes in flesh, exhibition view at Francesca Minini, Milan, 2025
Courtesy Francesca Minini, Milan. Photo Andrea Rossetti

Ivana Bašić, Fantasy vanishes in flesh, exhibition view at Francesca Minini, Milan, 2025
Courtesy Francesca Minini, Milan. Photo Andrea Rossetti

Ivana Bašić, Fantasy vanishes in flesh, exhibition view at Francesca Minini, Milan, 2025
Courtesy Francesca Minini, Milan. Photo Andrea Rossetti
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