Dal 20 aprile, il Palazzo Contarini Polignac a Venezia diventa un crocevia di sogni e resistenza con la mostra From Ukraine: Dare to Dream. Questa iniziativa, evento collaterale promosso dalla Fondazione Victor Pinchuk e dal Pinchuk Art Centre, esplora il coraggio di immaginare il futuro in un mondo dominato dalla costante paura e dall’angoscia per l’incertezza del futuro.
Yarema Malashchuk and Roman Khimei, You are not Supposed to See This, 2024 six-channel video installation on LED-screens, 7’30’’ loop.
Courtesy of the Artists. Produced with the support of PinchukArtCentre
Photo by Ela Bialkowska, OKNO Studio for PinchukArtCentre/From Ukraine: Dare to Dream/Venice Biennale 2024
“Il mondo è giunto a un punto di svolta. Tempeste e cambiamenti climatici devastano terre vicine e lontane. Gli estremismi politici guadagnano terreno e la guerra della Russia in Ucraina ha riportato il conflitto nel cuore dell'Europa. Siamo in un momento cruciale in cui il futuro è incerto, ma i cambiamenti fondamentali sono all'orizzonte.” Cosa resta se non sognare? Chiudere gli occhi e immaginare di essere altrove è l’ultimo spiraglio di resistenza, un atto di audacia.
Il Palazzo Contarini Polignac diventa la cornice per l’intervento creativo di artisti e artiste provenienti dalle terre ucraine, ancora oggi dilaniate dal conflitto in corso con la Russia di Putin. Per i visitatori all’interno di questa dimensione, viene offerta l’esperienza di un viaggio al di là dei confini nazionali e culturali, per creare una visione condivisa di un nuovo avvenire.
Shilpa Gupta, StillTheyKnowNotWhatIDream, 2021, motion flapboards
Courtesy of Galleria Continua
Photo by Ela Bialkowska, OKNO Studio for PinchukArtCentre/From Ukraine: Dare to Dream/Venice Biennale 2024
Nelle terre ucraine, segnate da una storia di migrazione forzata e conflitti incessanti, nasce una mostra che risuona di voci sommesse trasformate in canti di resistenza e resilienza. Questa esposizione affronta le catastrofi ecologiche del nostro pianeta, immaginando una nuova utopia dove la mitologia si fonde in un giardino dell'Eden alternativo. I paesaggi desolati, testimonianza della violenza umana – dalle economie estrattive alla dura realtà della guerra – contengono anche i semi di un nuovo inizio.
In questi scenari travolgenti, emerge la fragilità dell'individuo. È una fragilità che non va sottovalutata, ma anzi riconosciuta come una componente fondamentale della nostra umanità. Questa fragilità è rappresentata attraverso tocchi leggeri, movimenti di linee sfumate che sembrano parte di versi non detti, scene di normalità che mettono in discussione la realtà quotidiana. Tutti questi elementi convergono verso una possibilità di accettazione, un luogo dove le lotte individuali e collettive possono diventare la creazione congiunta di un futuro migliore.
Otobong Nkanga, Unearthed – Sunlight, 2021, woven textile (yarns: trevira, sidero, polyester, multifilament, merino wool, superwash, linnen, mohair, econyl, fulgaren, elirex, viscose), remembrance plants
Courtesy of the Artist
Photo by Ela Bialkowska, OKNO Studio for PinchukArtCentre/From Ukraine: Dare to Dream/Venice Biennale 2024
La mostra è una riflessione profonda sui disastri ecologici e sulle devastazioni causate dall'uomo. Gli artisti coinvolti evocano immagini di terre aride e mari inquinati, ma in ogni opera c'è un barlume di speranza, un'indicazione che anche nei momenti più bui, la possibilità di rinascita è sempre presente. È un richiamo alla responsabilità collettiva di riparare i danni fatti e di immaginare un mondo migliore.
L'idea di un giardino dell'Eden alternativo rappresenta questa speranza. Non è un ritorno al passato, ma una re-immaginazione del futuro, dove la natura e l'umanità possono coesistere in armonia. È un invito a ripensare il nostro rapporto con la Terra, a considerare la mitologia non come una fuga dalla realtà, ma come un modo per comprendere e trasformare il presente.
Nikolay Karabinovych, Even Further, 2020, video, custom music box, text
Collection of M HKA, Belgium. Produced with the support of PinchukArtCentre
Photo by Ela Bialkowska, OKNO Studio for PinchukArtCentre/From Ukraine: Dare to Dream/Venice Biennale 2024
Un tema centrale della mostra è la possibilità di coesistenza tra ex vittime ed ex aggressori. In un mondo segnato da conflitti e divisioni, può l'empatia offrire un modo di essere comune, uno spazio dove i ricordi contrastanti possano trovare una nuova armonia? La mostra suggerisce che la risposta è sì. L'empatia, la capacità di comprendere e condividere i sentimenti degli altri, è vista come uno strumento potente per la guarigione e la riconciliazione.
Le opere esposte esplorano questa idea attraverso rappresentazioni visive di incontri e riconciliazioni, dove le differenze non sono cancellate, ma accettate e rispettate. È un messaggio di speranza, che invita i visitatori a riflettere sulle proprie esperienze e a considerare come l'empatia possa trasformare le relazioni umane.
Fatma Bucak, Damascus Rose, 2016–ongoing, Damask rose cuttings from Damascus grafted into rose plants of the country, variable dimensions
Courtesy of the Artist. Co-produced with the support of PinchukArtCentre and Simodi Gallery
Photo by Ela Bialkowska, OKNO Studio for PinchukArtCentre/From Ukraine: Dare to Dream/Venice Biennale 2024
La mostra, con le sue radici profonde in una storia di sofferenza e resistenza, ci invita a immaginare un futuro dove le lotte individuali e collettive possano portare a una creazione congiunta di un mondo migliore. Attraverso l'arte, ci viene mostrato che anche nei momenti più difficili, c'è sempre la possibilità di un nuovo inizio. La fragilità umana, la violenza della storia, e la potenza della natura si intrecciano in un racconto di speranza e rinascita.
È un invito a riconoscere e accettare le nostre fragilità, a immaginare nuove utopie e a usare l'empatia come strumento per guarire e costruire un futuro dove tutti possano coesistere in armonia.
S. F. C.
Kateryna Aliinyk, Allora & Calzadilla, Alex Baczyński-Jenkins, Fatma Bucak, David Claerbout, Shilpa Gupta, Oleg Holosiy, Nikita Kadan, Zhanna Kadyrova, Dana Kavelina, Nikolay Karabinovych, Lesia Khomenko, Yana Kononova, Kateryna Lysovenko, Otobong Nkanga, Wilfredo Prieto, Oleksiy Sai, Anton Saenko, Fedir Tetianych, Anna Zvyagintseva, Roman Khimei e Yarema Malashchuk, Daniil Revkovskiy e Andriy Rachinskiy
From Ukraine: Dare to dream
A cura di Bjorn Geldhof, direttore artistico del PinchukArtCentre, Ksenia Malykh , responsabile della piattaforma di ricerca del PinchukArtCentre, Oleksandra Pogrebnyak , curatrice junior del PinchukArtCentre.Assistente curatrice Oksana Chornobrova .
Palazzo Contarini Polignac
Sestiere Dorsoduro, 874, 30123, Venezia
20 Aprile – 1 Agosto 2024
PHOTO GALLERY
David Claerbout, Breathing Bird, 2012, two-channel video, 30’ loop
Courtesy of the Artist and galleries Esther Schipper, Sean Kelly, Pedro Cera, Rüdiger Schöttle, Greta Meert
Photo by Ela Bialkowska, OKNO Studio for PinchukArtCentre/From Ukraine: Dare to Dream/Venice Biennale 2024
Allora & Calzadilla, Graft, 2024, recycled polyvinyl chloride and paint
Courtesy of the Artists and kurimanzutto, Mexico City/New York. Co-produced with the support of PinchukArtCentre
Photo by Ela Bialkowska, OKNO Studio for PinchukArtCentre/From Ukraine: Dare to Dream/Venice Biennale 2024
Yarema Malashchuk and Roman Khimei, Additional Scenes, 2024, video, 16’41’’
Courtesy of the Artists. Produced with the support of PinchukArtCentre
Photo by Ela Bialkowska, OKNO Studio for PinchukArtCentre/From Ukraine: Dare to Dream/Venice Biennale 2024
Anna Zvyagintseva, Misplaced Touches, 2017, gypsum, metal
Courtesy of the Artist. Produced with the support of PinchukArtCentre
Zhanna Kadyrova, Russian Contemporary Baroque, 2024, organ, fragments of fired Russian shells
Courtesy of the Artist. Produced by PinchukArtCentre
Photo by Ela Bialkowska, OKNO Studio for PinchukArtCentre/From Ukraine: Dare to Dream/Venice Biennale 2024
Dana Kavelina, It can't be that there's nothing that can't be returned, 2022, video installation on sheets
Courtesy of the Artist. Produced with the support of PinchukArtCentre
Photo by Ela Bialkowska, OKNO Studio for PinchukArtCentre/From Ukraine: Dare to Dream/Venice Biennale 2024
Kateryna Lysovenko, Rewriting the Bible from the Propaganda of the World of My Dreams series, 2024, acrylic
Courtesy of the Artist. Produced with the support of PinchukArtCentre
Photo by Ela Bialkowska, OKNO Studio for PinchukArtCentre/From Ukraine: Dare to Dream/Venice Biennale 2024
Nikita Kadan, Peasant Woman (after Josephine Dindo), 2024, oil on canvas
Courtesy of the Artist. From the private collection, Ukraine
Otobong Nkanga, Lined with shivers sprouting from the rock, 2021, wool carpet, cotton hand-knotted ropes, weeping beech wood sculptures, hand-blown glass sculptures, clay sculptures, metal, video, organic materials and various oils.
Courtesy of the Artist and Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea
Photo by Ela Bialkowska, OKNO Studio for PinchukArtCentre/From Ukraine: Dare to Dream/Venice Biennale 2024
Oleg Holosiy (1965—1993), Running from the Thunderstorm, 1989, oil on canvas. Collection of the PinchukArtCentre, Ukraine
Yarema Malashchuk and Roman Khimei, You are not Supposed to See This, 2024 six-channel video installation on LED-screens, 7’30’’ loop.
Courtesy of the Artists. Produced with the support of PinchukArtCentre
Photo by Ela Bialkowska, OKNO Studio for PinchukArtCentre/From Ukraine: Dare to Dream/Venice Biennale 2024
Otobong Nkanga, Lined with shivers sprouting from the rock, 2021, wool carpet, cotton hand-knotted ropes, weeping beech wood sculptures, hand-blown glass sculptures, clay sculptures, metal, video, organic materials and various oils.
Courtesy of the Artist and Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea
Photo by Ela Bialkowska, OKNO Studio for PinchukArtCentre/From Ukraine: Dare to Dream/Venice Biennale 2024
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