FONDAZIONE ICA, FONDAZIONE (AM)ICA

Pubblicato il 9 novembre 2023 alle ore 11:00

Il 25 Novembre si chiuderanno le mostre “Euforia” e “Jus d’Orange” presso la Fondazione ICA di Milano. Nonostante si tratti di due realtà separate, lo spettatore che si trova a camminare negli spazi di Fondazione ICA percepisce l’allestimento di un leitmotiv di riflessione sui rapporti umani e sulla sensazione di sentirsi uniti nonostante la distanza e la separazione.

 

Camille Henrot ed Estelle Hoy, Jus d’Orange, Veduta della mostra, Fondazione ICA Milano, 2023
Courtesy Fondazione ICA Milano. Ph. Andrea Rossetti

 

All’ombra dei cantieri per il quartiere olimpico per i giochi di Milano-Cortina 2026, il piano terra dello stabile di Fondazione ICA ospita la personale dell’artista brasiliana Leda Catunda, dal titolo Euforia, a cura di Alberto Salvadori. Per la prima volta, Catunda entra nel sistema espositivo del panorama italiano dell’arte contemporanea, portando con sé un ventaglio di lavori che raccontano il percorso artistico.

Quello che viene sottolineato nell’assetto espositivo di Euforia è il continuo processo di sperimentazione e ricerca che Catunda riprende dal proprio archivio di esperienze espressive: ad abitare l’ampia sala di Fondazione ICA ci sono lavori e opere la cui datazione ricopre l’arco di tempo degli ultimi vent’anni, dai primi anni 2000 ai giorni più recenti, che a loro volta sono legati alle sperimentazioni che l’artista ha effettuato negli anni Ottanta, quando Catunda fa il suo ingresso nell’arte contemporanea partecipando a eventi espositivi del calibro di Pintura como meio presso il Museu de Arte Contemporânea da Universidade de São Paulo (trad. Museo per l’Arte Contemporanea dell’Università di São Paulo o MAC-USP).

 

Leda Catunda, Euforia, Veduta della mostra, Fondazione ICA Milano, 2023
Courtesy Fondazione ICA Milano. Ph. Andrea Rossetti

 

È in questo periodo che Leda Catunda cerca di staccarsi dalla concezione tradizionale della pittura, prediligendo l’utilizzo di materiali e oggetti legati al quotidiano, al quanto inusuali nella produzione artistica. Questa peculiarità nel lavoro di Catunda si traduce con lo scopo di indirizzare lo sguardo del pubblico verso spaccati di vita reale, rendendo il pezzo artistico un manifesto di denuncia sociale, rivolta contro l’esclusività dell’opera d’arte per trasformala in un’opera di vita. In questo modo Catunda, dà vita a lavori che attraversano in modo trasversale le diverse manifestazioni della creatività artistica: dalla pittura al collage, dalla scultura all’installazione site-specific, una vera e propria euforia di colori, forme e materiali che coabitano lo spazio insieme e armoniosamente.

A livello concettuale, le opere esposte presso Fondazione ICA comunicano al pubblico anche l’aura contemplativa e meditativa che contrasta con il sapore adrenalinico del titolo. Alcuni dei lavori di Catunda hanno visto la luce durante il periodo di isolamento a causa della pandemia di COVID-19 tra il 2020 e il 2021. Per sua stessa ammissione, l’artista racconta del tempo passato in studio che pareva scorrere più lentamente del solito a causa di tutti gli annullamenti, delle cancellazioni e dell’impossibilità di vivere a contatto con il prossimo.

 

Leda Catunda, Príncipe, 2018, Acrylic on canvas and organza, Ø 63 cm [Ø 24,80 in]
Courtesy of the artist, Fortes D’Aloia & Gabriel, São Paulo/Rio de Janeiro and Bortolami, New York. Ph. Ding Musa

 

Questo ultimo aspetto riguardante i rapporti umani si riflette nella mostra curata da Chiara Nuzzi al primo piano di Fondazione ICA, Jus d’Orange, di Camille Henrot ed Estelle Hoy. Il succo d’arancia a cui si riferisce il titolo racchiude l’essenza dell’amicizia intima e dell’intesa che si instaura tra due persone, come in questo caso tra Henrot e Hoy. Attraverso il disorientamento caotico della vita di tutti i giorni e dell’allestimento criptico presso Fondazione ICA, le artiste portano il pubblico a riflettere e a capire il significato della saldezza dell’amicizia, quando questa è anche sinonimo di complicità e connessione.

Al di là di immagini e parole, le personalità distinte delle due artiste si confondono l’una con l’altra, come se fossero intrecciate al pari di fili di seta indissolubili e resistenti. Quello che viene offerto allo sguardo del pubblico è un vero e proprio archivio di amicizia e collaborazione, tra parole, riflessioni, immagini, spunti:

Le figure immaginarie fermate sugli acquerelli e sulle tele di Henrot sposano le parole taglienti e profetiche dei testi di Hoy, in un gioco di rimandi dove la componente umoristica è vitale e dove ogni opera dialoga con la successiva, aprendo letture individuali e collettive all’interno dello spazio costruito dalle artiste.

(Dal comunicato stampa della mostra Jus d’Orange, di Camille Henrot ed Estelle Hoy, a cura di Chiara Nuzzi)

 

Camille Henrot, Under a Serious Moon, 2022, Watercolor, ink and acrylic on canvas, 23 5/8 x 31 1/2 x 1 5/8 in. 60 x 80 x 4 cm
Courtesy of the artist, Mennour (Paris) and Hauser & Wirth. © ADAGP Camille Henrot

Camille Henrot, A Labur of Pure Breathly Intermittent, Watercolor and acrylic on canvas, 66 7/8 x 53 1/8 x 1 1/8 in, 170 x 135 x 3 cm
Courtesy of the artist, Mennour (Paris) and Hauser & Wirth. © ADAGP Camille Henrot

 

Pur manifestandosi attraverso media e linguaggi espressivi differenti, spesso agli antipodi fra loro, le due artiste Henrot e Hoy si guidano a vicenda e si contaminano in un continuo rapporto di scambio e di stimolo. Le immagini di Henrot fanno risalire la loro genesi all’inizio del 2021, con i ritratti di creature fantastiche tra il bizzarro e il grottesco, pur suggerendo malinconia e nostalgia. Le opere visuali sono avvolte da un velo di angoscia nei personaggi per la loro deformità; tuttavia, si mantiene la presenza di personalità che nelle parole di Hoy si annulla.

Estelle Hoy cuce parole, mantra, frasi, stralci di conversazioni senza un inizio e una vera fine, per far sì che restino sospese e fluttuanti nel loro essere parole indefinite, a volte senza senso al primo sguardo. Come la poesia ermetista, dove ciò che è detto non è ciò che è inteso, Hoy veste i panni di una profetessa le cui parole sfingee danno vita immagini verbali assai suggestive.

 

S. F. C.

 

Leta Catunda

Euforia

A cura di Alberto Salvadori

Fondazione ICA, via Orobia 26 Milano

29 Settembre – 25 Novembre 2023

 

Camille Henrot, Estelle Hoy

Jus d’Orange

A cura di Chiara Nuzzi

Fondazione ICA, via Orobia 26 Milano

29 Settembre – 25 Novembre 2023

 

PHOTO GALLERY

 

Leda Catunda, Euforia, Veduta della mostra, Fondazione ICA Milano, 2023
Courtesy Fondazione ICA Milano. Ph. Andrea Rossetti

 

Leda Catunda, Gotas transparentes, 2021, Acrylic on plastic and fabric, 280 x 380 cm. [110.236 x 149.606 in.]
Courtesy of the artist, Fortes D’Aloia & Gabriel, São Paulo/Rio de Janeiro and Bortolami, New York. Ph. Eduardo Ortega

 

Leda Catunda, Euforia, Veduta della mostra, Fondazione ICA Milano, 2023
Courtesy Fondazione ICA Milano. Ph. Andrea Rossetti

 

Leda Catunda, Paisagem com véus, 2022, Acrylic on fabric, 84 x 62 cm. [33.071 x 24.409 in.]
Courtesy of the artist, Fortes D’Aloia & Gabriel, São Paulo/Rio de Janeiro and Bortolami, New York. Ph. Ding Musa

 

Camille Henrot ed Estelle Hoy, Jus d’Orange, Veduta della mostra, Fondazione ICA Milano, 2023
Courtesy Fondazione ICA Milano. Ph. Andrea Rossetti

 

Camille Henrot, I Figli Dei Fumatori, 2022, Watercolor and acrylic on canvas, 19 3/4 x 27 1/2 x 15/8 in, 50 x 70 x 4 cm
Courtesy of the artist, Mennour (Paris) and Hauser & Wirth. © ADAGP Camille Henrot

 

Camille Henrot ed Estelle Hoy, Jus d’Orange, Veduta della mostra, Fondazione ICA Milano, 2023
Courtesy Fondazione ICA Milano. Ph. Andrea Rossetti

 

Camille Henrot, Estella Amica, 2023, Watercolor and acrylic on canvas, 24 x 18 1/8 x 1 1/4 in, 61 x 46 x 3,2 cm
Courtesy of the artist, Mennour (Paris) and Hauser & Wirth. © ADAGP Camille Henrot

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