ALI KAZMA E ORHAN PAMUK: STELLE DI INCHIOSTRO

Pubblicato il 17 ottobre 2023 alle ore 11:00

Partendo dalle basi del testo rivoluzionario “La sociéte du spectale” di Guy Debord, Ali Kazma esplora la questione della società consumista e performante che permea il nostro modo di vivere quotidiano. In un mondo dove la velocità e la frenesia nevrotica sono ormai diventati legge, la lentezza e il piacere della calma di agire sono diventati atti di silenziosa, dolce ribellione.

 

Ali Kazma, A House of Ink, installation view at Francesca Minini, Milan
Courtesy Francesca Minini, Milan. Ph. Andrea Rossetti

 

Nel 1967, sulle ceneri della Teoria Estetica di Theodore Adorno e Il capitale di Karl Marx, Guy Debord pubblica un testo assai rivoluzionario che cerca di risvegliare le coscienze della collettività, ormai assopita nel lungo e perpetuo sonno del consumismo e dell’intrattenimento passivo. Lo spettacolo a cui si riferisce Debord è un’illusione che si distacca completamente dalla situazione del reale, come un rifugio antiatomico dove il pubblico chiede asilo per scappare dalla condizione di automi consumatori nell’era del capitale. Non c’è adesione o contingenza con il reale, la percezione del mondo esterno viene ovattata se non addirittura annichilita in toto dallo spettacolo, che il pubblico è chiamato a vivere con una ricezione passiva.

“Tutta la vita delle società nelle quali predominano le condizioni moderne di produzione si presenta come un'immensa accumulazione di spettacoli.”

(Guy Debord, La società dello spettacolo, Baldini Castoldi Editore, Milano, 2008, pp. 53)

 

Still from A House of Ink, 2023
Courtesy the Artist and Francesca Minini, Milan

 

Questa rivoluzione lenta viene scandagliata anche da Ali Kazma con il film House of Ink, girato presso lo studio e appartamento del primo Nobel Orhan Pamuk. Varcando la soglia dello spazio dell’autore, Kazma ci mette nella condizione di invadere una dimensione così intima e personale: l’occhio della ripresa dell’artista ammira la flemma contenuta e pacifica di Pamuk che sistema i suoi appunti, tutti i fogli di carta che conserva gelosamente come mappe verso un tesoro sepolto chissà dove.
Come le vecchie fotografie a casa dei nonni, in scatole un po’ malconce e coperte da un pesante velo di polvere, anche Pamuk rinchiude dei piccoli universi fatti di parole scritte a mano, fogli spiegazzati, macchie di inchiostro e sbavature. Con il progetto House of Ink, l’artista Kazma mette in scena l’ingresso nella sfera creativa di un autore del calibro di Orhan Pamuk. Una storia si racconta con le parole, infiniti minuscoli segni di inchiostro che si susseguono sul candore della pagina come impronte di passeri sulle ultime nevi invernali, e Kazma documenta silenziosamente la costruzione dettagliata e lenta della penna di Pamuk.

 

Still from Sentimental, 2022

Courtesy the Artist and Francesca Minini, Milan

 

Il girato esposto presso la Galleria Francesca Minini di Milano è la tripartizione di un unico filmato che a detta dell’artista conta più di duecento ore di lavoro, dall’inizio del progetto all’incirca nel Dicembre del 2021. Nello scorrere delle immagini sugli schermi si percepisce l’interazione e il dialogo silente tra due creatori di storie: stratificazioni, asincronie e rimandi, proprio come fa lo scrittore cesellando e cancellando, sono elementi che Kazma sottolinea attraverso l’obiettivo, in modo che l’esperienza del pubblico non sia un assorbimento passivo, ma che lo spettatore stesso diventi protagonista attivo. Non è l’obiettivo della presa a inquadrare i manoscritti di Pamuk, ma i nostri stessi occhi,
L’interazione tra Pamuk e Kazma parte da una presa di posizione distante, dove uno non invade il processo creativo dell’altro, ma a un certo punto i due fili si intrecciano in unico filamento armonico e senza nodi. Questo incontro ravvicinato tra i due segna la genesi del secondo video esposto in mostra, Sentimental dove il sottofondo che accompagna la visione è il dialogo tra l’artista e lo scrittore. In questo secondo girato, della durata di poco meno di otto minuti, le immagini centrali sono la cattura del gesto automatico di Pamuk mentre firma velocemente dei libri, alla stregua di un impiegato che porta avanti il suo lavoro notarile d’ufficio chiuso nel suo cubicolo, grigio e anonimo. Nel caso dei filmati di Kazma, lo sfondo dello spazio creativo di Pamuk si riempie di elementi ricchi di identità e di anima: in ogni piccolo oggetto, astratto o reale, c’è presenza, corpo e azione.
Un importante aspetto che traspare dal dialogo tra Pamuk che Kazma è il contrasto tra i due: Pamuk dovrà restare a lungo dietro la scrivania del suo studiolo a lavorare con il capo chino sui fogli che aspettano di venire ricamati da nuovi segni d’inchiostro, mentre Kazma è in procinto di partire per un lungo viaggio. Sono due facce della stessa medaglia: due narratori di storie, ma uno è mobile come la luna, l’altro è come la volta delle stelle fisse. Lo stesso cielo, luci diverse.

 

S. F. C.

 

Ali Kazma
House of Ink
Galleria Francesca Minini, via Massimiano 25, Milano
28 Settembre – 4 Novembre 2023

 

PHOTO GALLERY

 

Ali Kazma, A House of Ink, installation view at Francesca Minini, Milan
Courtesy Francesca Minini, Milan. Ph. Andrea Rossetti

 

Still from A House of Ink, 2023
Courtesy the Artist and Francesca Minini, Milan

 

Ali Kazma, A House of Ink, installation view at Francesca Minini, Milan
Courtesy Francesca Minini, Milan. Ph. Andrea Rossetti

 

Still from Sentimental, 2022

Courtesy the Artist and Francesca Minini, Milan

 

Still from A House of Ink, 2023
Courtesy the Artist and Francesca Minini, Milan

 

Still from Sentimental, 2022

Courtesy the Artist and Francesca Minini, Milan

 

Still from Sentimental, 2022

Courtesy the Artist and Francesca Minini, Milan

 

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