I SOGNI DEL MATERIALE DELLA GIUNGLA DI CITTÀ

Pubblicato il 3 ottobre 2023 alle ore 11:00

Nel giorno 14 Settembre 2023, ha inaugurato presso la galleria Giovanni Bonelli di Milano la mostra collettiva dal titolo “The New Dreamers”. Ispirata in parte al titolo del film del 2003 di Bernardo Bertolucci, i protagonisti della mostra sono tre giovani artisti, più o meno coetanei dei personaggi messi sul grande schermo dal regista Bertolucci. C’è poesia e armonia che connette generazioni distanti, eppure incredibilmente vicine.

Installation view from the exhbition The New Dreamers

Courtesy Galleria Giovanni Bonelli

 

“Più si osserva ogni cosa, qualunque cosa su questa tavola, gli oggetti, il frigorifero, questa stanza, il suo naso, il mondo, e più ci si rende conto che c'è una specie di armonia cosmica di forme e di dimensioni. Mi stavo solo chiedendo perché. Io non lo so che cos'è, ma so che è così.”

(Citazione di Matthew, dal film The Dreamers)

 

Quando nel 2003 uscì al cinema la pellicola The Dreamers, firmata dall’occhio registico di Bernardo Bertolucci, una delle critiche mosse al regista fu quella di aver rappresentato la tensione politica del ’68 con una verve troppo romantica e nostalgica nei confronti di una realtà che è stata tutt’altro che un dolce ricordo.

I movimenti delle lotte studentesche e le occupazioni universitarie tra Praga, Parigi e Milano, nell’Europa divisa tra i blocchi NATO e URSS nascevano da uno scontento di classe condiviso in modo trasversale dai giovani provenienti soprattutto dai gruppi proletari. Il desiderio di cambiare il mondo e fare largo ai giovani era un progetto che andava ottenuto con ogni mezzo, persino con la forza e l’annessione ai gruppi della sinistra extraparlamentare, costi quel che costi.

 

Rachele Frison, I chiari del bosco, 2022, olio su tela, cm100x160

 

Tuttavia, Bertolucci ha plasmato dei personaggi, interpretati dal trio di Eva Green, Louis Garrel e Michael Pitt, che mostrassero al pubblico che avere vent’anni è un grande salto nel vuoto, che sia il 1968, il 2003 o il 2023. Nell’età del grigiore tra la spensierata giovinezza e l’età adulta, la bussola è ancora impazzita e si cerca disperatamente di trovare il proprio posto nel mondo, di scrivere la propria storia anche se sembra che chi ci stia attorno non capisca il nostro malessere e il nostro senso di disorientamento.

Gli adulti nel film di Bertolucci sono degli oracoli savi, ma troppo granitici e distaccati per capire il senso di ribellione dei propri figli. Una citazione in particolare di un genitore mi è rimasta impressa quando ho rivisto il film nella mia personale primavera di Praga, quando ho compiuto 21 anni: Prima di poter cambiare il mondo, devi renderti conto che tu, tu stesso fai parte del mondo. Non puoi restartene fuori a guardare dentro.

Noi ventenni del XXI secolo non siamo tanto distanti dai nostri genitori che hanno vissuto gli anni d’oro delle rivoluzioni politiche e sociali, dalla Love Summer ai movimenti studenteschi: anche loro vivevano nell’ordine del grande mantra incarnato nella parola cambiamento. Tuttavia, loro il cambiamento volevano costruirlo da zero; noi, invece, vorremmo evitarlo.

Cambiamento climatico, cambiamento generazionale, cambiamento di regressione politica e sociale: sono tutte parole che suonano minacciose come una spada di Damocle che gravita sulle nostre giovani teste, ma il filo che la tiene si sta consumando come spago bagnato e seccato sotto il sole dell’estati afose e bollenti che stiamo vivendo nelle ultime decadi.

 

Thomas Antonelli, Giovani Furiosi, 2023, acrilico e spray su tela, 146x170 cm

 

Attraverso la loro indagine espressiva e poetica, Thomas Antonelli, Rachele Frison e Gherardo Quadrio Curzio in un certo senso danno un volto al significato dell’avere vent’anni ora, nel 2023.

Sia in Antonelli che in Frison si ritrova una narrazione quasi arcadica e malinconica della natura, con la rappresentazione di paesaggi onirici che sembrano più il ritratto di un ricordo malformato dallo scorrere del tempo. In Antonelli il senso dello scorrimento è dato dallo stile pittorico che caratterizza le forme da una resa fluida, liquida. Le immagini che escono dal segno di Thomas Antonelli sono ruscelli che scorrono cheti verso le braccia accoglienti del grande mare della memoria, su cui si affacciano dolci rive che saranno il rifugio giusto dopo un naufragio.

Frison è il nome che firma i quadri esposti che ritraggono un momento altrettanto sospeso tra realtà e proiezione onirica, con soggetti umani che danzano e abbracciano alberi nel fitto di foreste immaginarie nel cuore della notte, come le vaste foreste del Nord sui cui sorge l’aurora boreale con i suoi delicati colori violacei. Le immagini create dalla sensibilità artistica di Frison sono un richiamo alla memoria di scenari favolistici, come i racconti mitologici delle popolazioni celtiche e gaeliche che predicano il rispetto druidico nei confronti di Madre Natura, colei che accoglie e mette al mondo, che distrugge e che crea.

 

Gherardo Quadrio Curzio, Prato fiorito, 2023, acrilico su tela, 120x100 cm

 

Il topos della sospensione tra due realtà dimensionali rientra anche nella rappresentazione artistica di Gherardo Quadrio Curzio, con la presenza di forme stilizzate e di contrasti armonici tra colori primari, dall’intensità brillante e luminosa. I personaggi, che popolano gli scenari creati da Quadrio Curzio, sono caratterizzati da una resa grafica semplice, frutto di un continuo lavorio di sottrazione delle forme; all’apparenza sembrano i pupi dell’opera siciliana con la loro fisicità bambinesca che si staglia su uno sfondo piatto e monocromo.

Come viene specificato anche nel comunicato stampa, queste tre poetiche d’artista si focalizzano verso un comune denominatore, ovvero l’inquietudine che domina l’era contemporanea della società performante e che punta verso l’eccellenza nevrotica. In questi tre giovani artisti c’è la speranza di esaudire, un domani, un desiderio di pace fuori dal materialismo sfrenato del XXI secolo.

 

S. F. C.

 

Thomas Antonelli, Rachele Frison, Gherardo Quadrio Curzio

The New Dreamers

Galleria Giovanni Bonelli, via Porro Lambertenghi 6, Milano

14 Settembre - 21 Ottobre 2023

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