IMMAGINI DAL SOTTOSUOLO: DAVIDE MASTROLIA

Pubblicato il 10 luglio 2023 alle ore 11:00

Presentiamo una rubrica indipendente con l'obiettivo di dare spazio a giovani artisti e artiste della scena contemporanea fuori dagli spazi della storicizzazione. Il riferimento al romanzo di Dostoevskij serve a riportare alla luce la coscienza dell'esistenza di un mondo underground, fatto di mormorii e percezioni che passano in sordina nel contesto mainstream della società e anche nel panorama artistico.

 

Oggi vi presentiamo Davide Mastrolia, classe 2002. È un giovane studente di pittura dell’Accademia di Belle Arti di Brera, infatti lo incontriamo a pochi passi dall’alma mater. Ha appena dato l’esame di Pittura con il professore e artista Franco Marrocco e tra le mani tiene il ricco portfolio che racchiude un anno intero di sperimentazioni visive e compositive del linguaggio artistico.

 

Ciao Davide, grazie per essere qui con noi e la nostra realtà appena nata. Tu sei un artista molto fresco, non hai ancora avuto esperienze espositive

L’unica esperienza che possiamo definire espositiva è stata quando ho partecipato a due piccole mostre, patrocinate in relazione ad altri eventi. Avevo degli spazi garantita dalla casa discografica 51 Beats, per la quale ho lavorato. Per loro ho elaborato circa una ventina di copertina per pubblicazioni indie di musica, l’ultimo evento è stato verso la fine di Marzo 2023 e ho realizzato la cover per l’anniversario dei quindici anni della firm. Oltre a questo, il mio curriculum non è ancora molto ricco.  

 

Davide Mastrolia, Maskera II, 2022, tecnica mista, acrilico, pastello a olio e grafite su carta

Davide Mastrolia, Maskera III, 2022, pastello a olio e grafite su carta

Courtesy Davide Mastrolia

 

Come hai avuto la chance di essere nel giro della casa discografica, hai partecipato a bandi, concorsi?

La 51 Beats è una realtà indipendente, che raggruppa artisti emergenti della scena techno. Il mio incontro con la label è stato frutto di coincidenze positive: li ho conosciuti ad un evento del Comune dove lavora mia madre e sono riuscito ad avere un colloquio con il proprietario della casa discografica e il mio portfolio ha colpito sin da subito. Devo dire che molta della mia esperienza artistica ha avuto modo di concretizzarsi grazie al Comune, per esempio ho partecipato alla realizzazione di un murales per il 25 Aprile, ma come ho già accennato non sono ancora entrato a contatto con realtà espositive nel senso più stretto del termine. Il professor Marrocco vorrebbe coinvolgermi per la seconda parte della mostra al Castello di Legnano (Caleidoscopio. Trame, Castello Visconteo di Legnano, ndr), perché c’è la probabilità che allarghino lo spazio espositivo e non mi dispiacerebbe partecipare come artista esponente.

 

Facciamo un passo indietro. Tu hai uno stile molto caratteristico, quasi infantile; da dove nasce questo tratto?

Come si può evincere, di base io prendere ispirazione da tutti i movimenti d’avanguardia come l’Espressionismo Tedesco, die Brücke, Kirchner principalmente per l’utilizzo dei colori e la deformazione delle forme. Oltre a questo tipo di linguaggio, sono approdato a Basquiat ed è stata la sua figura che mi ha aiutato a uscire dalla mia comfort zone e dare vita a immagini che non siano solo pura estetica. Un altro artista a cui mi rifaccio è Emilio Isgrò per la sua serie delle cancellature, per cui ho iniziato anche io a censurare i libri e a intervenire in questo modo.

 

Hai citato tra le tue ispirazioni l’Espressionismo Tedesco che, seppur sia caratterizzato da un segno infantile e naturale, nasconde molto l’idea della sofferenza, della malinconia e dell’angoscia. Secondo te ritorna anche nella tua espressività?

Forse, nel senso che le figure che rappresento sono spesso cupe, allungate, estremamente diluite nel colore, per cui ci possono essere richiami al sanguinamento. Però la malinconia si vede poco, è più tensione o paura. Nei lavori dove uso la scrittura automatica la parola paura ritorna spesso, per cui c’è l’idea dello spavento. La paura non è solo la mia, che parte dal mio Io: è un richiamo all’interiorità in generale, che fa parte di noi.

 

Davide Mastrolia, Maschera I, 2022, acrilico e pastello a olio su carta

Davide Mastrolia, Echi ossei, 2022, penna gel e pennarello acrilico su carta

Courtesy Davide Mastrolia

 

Quindi quando tu disegni, è come se facessi il salto nel vuoto alla Kierkegaard?

Sì, molto spesso è anche un modo per esorcizzare. Io mi butto, ma c’è comunque una forma di preparazione, dalla scelta dei colori alla matita, ad altri media più grezzi. La dimensione di scelta c’è, l’istintività è stata in un certo senso allenata, quasi domata. È un paradosso, ma la reazione alle varie situazioni viene da altre formazioni personali, come nel mio caso si vede nelle arti marziali. Quando ti difendi non è automatico il fare delle azioni, l’arte marziale ti insegna il suo linguaggio per come reagire e sto facendo la stessa cosa tutt’ora nella pittura.

 

Si pensa nell’immaginario comune che quando si intende il disegno come una forma di meditazione, si pensa a una rappresentazione molto più equilibrata, ordinata e razionale, mentre il tuo segno è molto elettrico, in un certo senso.

Sì, visivamente è un controsenso, ma essendo un modo che utilizzo non solo per esorcizzare, è anche una forma di meditazione. La si può interpretare in questo modo anche se non è necessario che il risultato sia bello da vedere, esteticamente gradevole. Alla fine, c’è comunque, come ho detto prima, il continuo riesaminare quello che cerco di trasmettere: c’è sempre il ritornare sulle proprie tracce, anche questo fa parte del lavoro. Ci sono dei lavori che ho cancellato, ripassandoli per qualsivoglia motivazione e in più non si sta censurando, ma si sta utilizzando il segno precedente come struttura, per poter andare oltre.

 

Quindi è un modo per dire che c’è dell’armonia anche nel disordine caotico?

Sì, perché a livello di impatto visivo è il segno che dà l’idea di elettricità e nervoso, ma la composizione e la ricerca in background si cerca sempre di trovare un ordine, per esempio su come disporre i vari elementi che compongono l’immagine, anche se sembrano gettate sul supporto alla rinfusa. È una caratteristica generale e trasversale della pittura

 

Davide Mastrolia, Untitled, 2023, pittura a olio, pastelli a olio e grafite su carta

Courtesy Davide Mastrolia

 

Pensi che i tuoi lavori cerchino di andare oltre il riempimento proprio dell’horror vacui?

No, non direi. Più che altro perché mi rendo conto di lasciare spesso il materiale grezzo, io lavoro spesso con la carta e lascio che si intraveda al di sotto delle forme. Però quando vado a scrivere, riscrivere e sovrapporre segni non voglio cancellare in senso lato, per cui l’horror vacui non è un elemento che caratterizza il mio linguaggio. Dipende anche da cosa si intende per vuoto.

 

Hai parlato di scrittura, ma intendi la scrittura nel senso di parola o scrittura visiva? Definisci il disegno una scrittura?

Quest’anno in Accademia ho incontrato diversi docenti che mi hanno fatto ragionare su quanto in realtà la scrittura sia un segno. Anche seguendo altri corsi, sono andato a capire com’è nata la scrittura: la parola ha un segno grafico. Ogni calligrafia ha delle caratteristiche che possono essere definite grafiche, al di là dell’estetica e delle sbavature. È più il contrario, secondo me, la scrittura è segno e il significato è il livello successivo, mentre si scriveva la storia della scrittura, scusa il gioco di parole. Per esempio, nelle civiltà orientali con le scritture ideografiche e anche qui in Europa, soprattutto nella parte meridionale e più vicina all’Asia.

 

Anche i caratteri cuneiformi delle civiltà mesopotamiche, come Sumeri e Babilonesi.

Certo, se pensi all’alfabeto fonetico che usiamo in Europa, gran parte viene dalle civiltà dei Fenici che si sono spostati per il Mar Mediterraneo. Per cui sono dell’idea che sia la scrittura a essere un disegno, invece del contrario.

 

Quindi ti definiresti più filologo che pittore?

No, io mi identifico come pittore. Forse la definizione di filologo non si addice al mio lavoro e al mio linguaggio. Per adesso.

S. F. C.

 

Davide Mastrolia, Untitled, 2023, pittura a olio, pastelli a olio e grafite su carta

Courtesy Davide Mastrolia

 

Davide Mastrolia, Untitled, 2023, pittura a olio, pastelli a olio e grafite su carta

Courtesy Davide Mastrolia

 

Davide Mastrolia, Untitled, 2023, pittura a olio, pastelli a olio e grafite su carta

Courtesy Davide Mastrolia

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