GAE AULENTI INVECE DI GAE AULENTI: UN VIAGGIO ATTRAVERSO SESSANT'ANNI DI CREATIVITÀ

Pubblicato il 11 giugno 2024 alle ore 11:00

La mostra monografica "Gae Aulenti (1927-2012)" alla Triennale di Milano, aperta dal 22 maggio 2024 al 12 gennaio 2025, celebra la carriera e l'eredità di una delle figure più influenti dell'architettura e del design italiano del secondo Novecento. Curata da Giovanni Agosti con Nina Artioli e Nina Bassoli, l'esposizione presenta una ricostruzione in scala 1:1 di alcuni degli ambienti più rappresentativi progettati da Aulenti, offrendo un percorso immersivo che permette ai visitatori di esplorare fisicamente le sue opere. La mostra copre un arco temporale dal 1964 al 2012 e include progetti iconici come il Museo d'Orsay di Parigi e Palazzo Grassi a Venezia. Oltre a ripercorrere la carriera professionale di Aulenti, l'esposizione mette in luce il suo approccio interdisciplinare, capace di integrare architettura, design industriale e arte scenica. La mostra rende omaggio alla visione innovativa di Aulenti e al suo contributo duraturo nel campo dell'architettura e del design.

 

Gae Aulenti (1927-2012), A Zurigo, in Beethovenstrasse, nel concessionario Fiat, 1973 / In Zurich, on Beethovenstrasse, in the FIAT showroom, 1973
Foto/Photo: Alessandro Saletta, DSL Studio ©Triennale Milano

 

Se oggi si va a chiedere alla gente di Milano “Chi è Gae Aulenti?”, la risposta più popolare recita più o meno così: “La piazza vicino a Garibaldi.” È vero che una delle piazze più moderne della città meneghina è stata dedicata a Gae Aulenti, ma prima di questo, chi era costei; prima di essere il nome di una piazza e basta, purtroppo; prima di essere il riferimento per il ritrovo dei radical chic milanesi che fanno aperitivo da RED Feltrinelli o dei maranza che bighellonano e ciondolano senza metà per la piazza come dei flâneurs del Terzo Millennio.

Uno degli architetti che ha riscritto e plasmato la storia del design italiano diventa la protagonista assoluta della retrospettiva allestita negli spazi della Triennale di Milano, in Viale Alemagna, grazie all’intervento dello studio d’architettura romano TSPOON. La curatela di Giovanni Agosti, con la collaborazione di Nina Artioli e Nina Bassoli, non solo celebra la carriera straordinaria di Aulenti, ma offre anche uno sguardo approfondito sul contesto storico e culturale in cui ha operato, rivelando l'impatto duraturo delle sue opere.

 

XIII Triennale – Arrivo al Mare, Foto di Ancillotti, 1964 © Triennale Milano

 

Un’altra caratteristica unica della mostra è l’empatia che si va a costruire tra pubblico e artista, in questo caso l’architetto Gae Aulenti: la curatela di Giovanni Agosti è stata magistrale, da questo punto di vista, perché il personaggio pubblico di Aulenti viene esposto insieme al lato umano di Gae, come bambina, ragazza e donna che ha vissuto nell’Italia che stava riscrivendo la propria storia. Le didascalie che accompagnano il materiale fotografico e archivistico, spesso, si riferiscono a Gae Aulenti come la Gae, proprio incarnando l’aspetto più milanese del linguaggio parlato confidenziale. La Gae, la signora Aulenti, l’architetto Gae Aulenti sono tutte e tre facce della stessa medaglia: donna umana e mortale, insieme a personaggio storico immortale sui libri di storia, architettura, design.

Sempre per sottolineare l’aspetto più empatico della retrospettiva, invece che in una tradizionale esposizione di disegni e progetti, il pubblico viene accolto in una ricostruzione in scala 1:1 di segmenti significativi delle opere di Aulenti, creando un percorso immersivo che permette ai visitatori di esplorare fisicamente gli spazi progettati dall'architetto. Questo approccio permette di cogliere appieno l'essenza del lavoro di Aulenti, mettendo in luce la sua capacità di integrare architettura, design industriale, e arte scenica in ambienti coerenti e funzionali. Attraverso la ricostruzione dei suoi ambienti, i visitatori possono rivivere il percorso creativo di un architetto che ha saputo trasformare e valorizzare gli spazi in cui viviamo e lavoriamo.

 

Gae Aulenti (1927-2012), A Milano, al Palazzo dell’Arte, per la XIII Triennale, nella sala L’arrivo al mare, 1964 / In Milan, at the Palazzo dell’Arte, for the 13th Triennale, in the room with The Arrival at the Seaside, 1964
Foto/Photo: Alessandro Saletta, DSL Studio © Triennale Milano

 

Come anche il filosofo Hans-Georg Gadamer sostiene nel saggio Wahrheit und Methode, l’architettura è una forma d'arte che media tra l'uomo e il suo ambiente, creando spazi che non sono solo funzionali, ma anche che risuonano con significati storici e culturali. L'architettura, secondo Gadamer, offre un'esperienza estetica che va oltre la mera percezione visiva, coinvolgendo l'individuo in un dialogo con lo spazio costruito. Questo dialogo ermeneutico permette alle persone di comprendere il loro posto nel mondo e di relazionarsi con la storia e la tradizione che l'architettura incarna.

Nel corso del saggio, il filosofo tedesco sostiene che le opere architettoniche possiedono una verità che si rivela attraverso l'interazione con l'osservatore. Questa verità non è un fatto oggettivo, ma una comprensione che emerge dall'incontro tra l'individuo e l'opera. Nell'architettura, questa verità si manifesta attraverso l'uso dei materiali, la disposizione degli spazi e l'integrazione con l'ambiente circostante. Un edificio non è solo un oggetto statico, ma una parte vivente del contesto storico e culturale, in grado di comunicare valori e significati profondi.

 

Gae Aulenti (1927-2012). A San Michele di Pagana, in casa Brion (il salotto), 1973 / At San Michele di Pagana, in the Brion House (living room), 1973
Foto/Photo: Alessandro Saletta, DSL Studio © Triennale Milano

 

Secondo Gadamer, l'esperienza estetica dell'architettura coinvolge più che la semplice osservazione; essa richiede partecipazione e interpretazione attiva. Gli edifici sono spazi vissuti che influenzano la percezione e il comportamento delle persone che li abitano. Questa esperienza è temporale e storica, in quanto ogni generazione interpreta e ri-significa l'architettura in modi diversi. Gadamer enfatizza l'importanza del contesto storico nella comprensione dell'architettura, poiché ogni opera architettonica è il risultato di un dialogo continuo tra passato e presente.

Un altro aspetto fondamentale della concezione di Gadamer è il rapporto tra tradizione e innovazione. Egli critica l'idea di una rottura radicale con il passato, sostenendo che l'innovazione significativa in architettura deve emergere dalla comprensione e dal dialogo con la tradizione. Gli architetti devono essere consapevoli delle radici storiche delle forme e dei materiali che utilizzano, e devono cercare di continuare questa tradizione in modi nuovi e originali. Questo processo di rielaborazione della tradizione consente all'architettura di rimanere rilevante e significativa nel tempo.

 

Elektra, 1994 - Foto di Lelli & Masotti © Teatro alla Scala

 

Questo aspetto che lega innovazione, estetica e funzionalità viene messo in luce nelle opere architettoniche e di design nate dalla mente creativa e al contempo analitica di Aulenti. La sua avventura nel mondo dell’arte e dell’architettura inizia con il trasferimento a Firenze da Biella, tra il 1942 e il 1943, per frequentare i corsi all’istituto d’arte presso l’Accademia di Firenze, per poi frequentare il liceo artistico dell’Accademia Albertina di Torino, tra il 1943 e il 1946. Dopo il diploma di maturità al liceo artistico, si iscrive alla facoltà di Architettura al Politecnico di Milano, dove si laurea nel 1953 sotto la guida di Ernesto Nathan Rogers.

La sua carriera inizia nella redazione della rivista Casabella, un laboratorio di idee che ha influenzato profondamente il suo approccio all'architettura. Aulenti è nota per i suoi progetti di design industriale, come le celebri lampade Pipistrello e King Sun, e per le sue collaborazioni nel campo dell’allestimento museale, teatrale e delle esposizioni temporanee. Il suo lavoro è caratterizzato da una ricerca costante di integrazione tra diverse discipline, unendo funzionalità e estetica in un dialogo continuo tra l'oggetto e lo spazio circostante.

 

Gae Aulenti (1927-2012). A Milano, al Teatro alla Scala, durante Elektra di Richard Strauss, diretta da Giuseppe Sinopoli e con la regia di Luca Ronconi 1994 / In Milan, at La Scala, during Elektra by Richard Strauss, conductor Giuseppe Sinopoli, director Luca Ronconi, 1994
Foto/Photo: Alessandro Saletta, DSL Studio © Triennale Milano

 

La spazialità è un elemento fondamentale per il rapporto che intercorre tra Gae Aulenti e il teatro, grazie alle prime collaborazioni con Luca Ronconi, dal 1974, e il Laboratorio di Progettazione teatrale di Prato, tra il 1976 e il 1979. Lo spazio è un’unione armoniosa di pieni e di vuoti che vengono messi in costante di dialogo fra loro; sul palco del teatro l’attore è l’incognita che si muove e stravolge la stabilità di questa costruzione armonica, portata sempre a trovare un nuovo equilibrio.

Nella vita quotidiana, lo spazio fa coincidere la frenesia con la pace dei sensi; a tal proposito, Gae Aulenti ha curato la ristrutturazione del Museo d'Orsay, sulle ceneri della stazione ferroviaria parigina, la Gare d’Orsay, dove la contemplazione fa fermare il tempo.  Un paio di decenni più tardi, Gae Aulenti firma il progetto di rinnovo dell’aeroporto San Francesco d’Assisi, a Perugia, dove la sosta è solo un momento tra un decollo e un atterraggio.

 

Perugia, Aeroporto, 2012 - Foto di Federico Ventriglia

 

La mostra alla Triennale di Milano dedicata a Gae Aulenti è molto più di una semplice esposizione di opere architettoniche; è un viaggio immersivo nel mondo di un'artista che ha saputo fondere tradizione e innovazione, funzionalità e bellezza, in ogni suo progetto. Attraverso una curatela attenta e sensibile, che include ricostruzioni in scala reale e un ricco apparato documentale, i visitatori possono riscoprire l'umanità e la visione di Gae Aulenti, esplorando non solo i suoi capolavori, ma anche il contesto storico e culturale che li ha ispirati. Questa mostra rappresenta un'opportunità unica per comprendere il ruolo cruciale che l'architettura può giocare nel modellare la nostra esperienza del mondo, in linea con le riflessioni di Hans-Georg Gadamer sull'architettura come arte ermeneutica. In definitiva, l'esposizione non solo celebra il genio di Aulenti, ma invita tutti noi a riflettere sul potere degli spazi che abitiamo e su come questi possano continuare a raccontare storie e a ispirare future generazioni.

Quindi, chi è Gae Aulenti? È la Gae, l’architetto Aulenti, ma soprattutto la Gae.

 

S. F. C.

 

Gae Aulenti (1927-2012)

A cura di Giovanni Agosti, in collaborazione con Nina Artioli e Nina Bassoli

Progetto d’allestimento a cura di TSPOON

Triennale di Milano

Viale Emilio Alemagna, 6, Milano

22 Maggio 2024 – 11 Gennaio 2025

 

PHOTO GALLERY

XIII Triennale – Arrivo al Mare, Publifoto, 1964 - © Triennale Milano

 

Gae Aulenti (1927-2012). Foto/Photo: Alessandro Saletta, DSL Studio © Triennale Milano

 

Parigi, Musée d’Orsay, 1986 - Foto di Mario Carrieri

 

Gae Aulenti (1927-2012). Foto/Photo: Alessandro Saletta, DSL Studio © Triennale Milano

 

Milano, Piazza Cadorna, 2000, foto Guia Sambonet

 

Gae Aulenti (1927-2012). In primo piano: dettaglio di A Parigi, al Musée d’Orsay, nella navata, 1986/ Close up detail of In Paris, at the Musée d’Orsay, in the nave, 1986. Foto/Photo: Alessandro Saletta, DSL Studio @ Triennale Milano

 

Milano, Piazza Cadorna, 2000, foto Guia Sambonet

 

Gae Aulenti (1927-2012). In primo piano: A Napoli, in piazza Cavour, nella stazione Museo della metropolitana 2001 / In the foreground: In Naples, in Piazza Cavour, in the Museo underground station 2001;
sullo sfondo: A Perugia, all’aeroporto internazionale dell’Umbria San Francesco d’Assisi 2012 / on the backgroud / In Perugia, at the San Francesco d’Assisi international airport of Umbria 2012
A sinistra: A Milano, allo Spazio Oberdan, nella sala cinematografica 1999 / On the left: In Milan, at the Spazio Oberdan, in the cinema room 1999
Foto/Photo: Alessandro Saletta, DSL Studio © Triennale Milano

 

Progetto Sgarsul per Poltronova,1962 © Archivio Gae Aulenti

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