Fino al 27 Gennaio la Galleria Building di Milano ospita la mostra collettiva “Glitch” a cura di Chiara Bertola e Davide Ferri. Il percorso espositivo ospita un’accurata selezione di ventiquattro opere pittoriche di dieci artisti noti nel panorama internazionale dell’arte contemporanea, del calibro di Simon Callery, Angela de la Cruz, Peggy Franck, Pinot Gallizio, Mary Heilmann, Ilya & Emilia Kabakov, Andrea Kvas, Maria Morganti, Farid Rahimi, Alejandra Seeber.
Piano secondo, BUILDING, Glitch, ph. Leonardo Morfini
“Talvolta accade che nel tessuto regolare e omogeneo della realtà si manifestino delle smagliature, come degli strappi superficiali che rivelano la presenza di una dimensione altra. La saturazione e il tutto pieno che caratterizzano la nostra esistenza improvvisamente si disgregano, lasciando il posto a spiragli da cui filtrano segnali di “un’energia dell’esistenza”, come suggerisce il filosofo François Jullien.”
(Dal comunicato stampa della mostra Gltich, a cura di Chiara Bertola e Davide Ferri)
Non è la prima volta che nel percorso della storia dell’arte e delle immagini si sente parlare di strappi nell’iconosfera; nel secolo precedente lo studioso e storico Aby Warburg ha teorizzato la presenza di questi strappi nell’ampio tessuto delle immagini che caratterizzano la presenza umana sul pianeta Terra.
Queste fratture spazio-temporali, secondo il pensiero di Warburg, fanno che sì che le immagini seguano un ciclo di eterno ritorno, venendo nuovamente alla luce come simboli con significati diversi ma inscritti nell’inconscio della memoria del singolo e della collettività. Warburg ne parla principalmente in relazione ai simboli e agli archetipi dell’arte classica che vengono riportati in vita durante il Rinascimento italiano, ma la Galleria Building con la mostra Glitch mostra quanto questo aspetto sia reale anche nel contesto dell’arte contemporanea.
Piano primo, BUILDING, Glitch, ph. Leonardo Morfini
La curatela di Chiara Bertola e Davide Ferri mette in connessione linguaggi ed espressioni appartenenti ad artisti distanti sia dal punto di vista generazionale che da quello della creatività. Il panorama allestito negli spazi della Galleria Building delinea un percorso di scoperta di letture che vanno al di là dell’evoluzione fenomenologica temporale, per costituire un canto corale all’apparenza dissonante .
Gli artisti e le artiste esposti vengono letti come una riflessione sulla rottura tradizionale della pittura e i media bidimensionali che la caratterizzano, come la tela in quanto esempio d’eccellenza per la piattezza delle immagini e della resa virtuale del reale. Questo aspetto è talmente vivo e attuale anche nell’arte contemporanea del XXI secolo, da sembrare nuova anche citando l’eterna faida tra pittura e scultura come viene anche riportata da Giorgio Vasari.
La pittura è la forma d’espressione artistica più alta e nobile, poiché il pittore deve vincere la difficoltà di far coincidere due realtà dimensioni discordanti tra loro: da una parte il medium piatto e bidimensionale della tela o della tavola, dall’altro lato la complessità tridimensionale del reale.
Piano terra, BUILDING, Glitch, ph. Leonardo Morfini
“Qualcosa di simile si verifica in pittura, quando la precisa coincidenza tra immagine e supporto viene meno o quando la pura materialità di una pittura eccede, lasciando trapelare un’inedita vitalità. Improvvisamente, da questa disarticolazione qualcosa si fa strada agli occhi dello spettatore senza annunciarsi, qualcosa che pur potendo passare inosservato apre una breccia, una crepa che spalanca un’altra vista e un’altra tonalità del pensiero. L’attenzione va dunque a una pittura la cui verità non consiste nella rappresentazione e nella sua organicità, ma in un’idea di immagine pittorica che negozia con supporti e formati differenti, assecondandone la presenza oggettuale e le articolazioni materiali.”
(Dal comunicato stampa della mostra Gltich, a cura di Chiara Bertola e Davide Ferri)
Un’ulteriore rottura avviene nel momento in cui l’immagine mimetica e il tentativo di rappresentazione del reale in forma virtuale vengono a meno per lasciare spazio alla materialità pura della pittura. Venature di colore, macchie, striature lasciate dai crini dei pennelli disegnano una vibrazione di vita in un’immagine che appare vuota.
S. F. C.
Simon Callery, Angela de la Cruz, Peggy Franck, Pinot Gallizio, Mary Heilmann, Ilya & Emilia Kabakov, Andrea Kvas, Maria Morganti, Farid Rahimi, Alejandra Seeber
Glitch
A cura di Chiara Bertola e Davide Ferri
Building Gallery, Via Monte di Pietà 23, Milano
8 Novembre 2023 – 27 Gennaio 2024
PHOTO GALLERY
Piano secondo, BUILDING, Glitch, ph. Leonardo Morfini
Simon Callery, Blue Painting (Ravenna), 2018, tela, tempera, filo, legno / canvas, distemper, thread, wood, 223 x 203 x 27 cm
© Simon Callery. All Rights Reserved DACS/Artimage 2023
Angela de la Cruz, Stuck (Blue), 2010, olio e acrilico su tela / oil and acrylic on canvas, 270 x 128 x 50 cm
Installation view. Peggy Franck, As birds feel shadow (II)
Museum Hilversum, Hilversum, 2017
Pinot Gallizio, Senza titolo (pittura industriale), 1958 – 1959, olio, resine industriali, tecniche miste su tessuto rayon / oil, industrial resins, mixed media on rayon fabric, 300 x 135,5 cm
Courtesy Archivio Gallizio, Ph. Mario Orefice
Ilya & Emilia Kabakov, Charles Rosenthal, Im Park 1930, 1998, olio su tela, scatola di legno, lampada / oil on canvas, wooden box, lamp, 77 x 132,2 x 16,4 cm
Courtesy of Galerie Thaddaeus Ropac, London · Paris · Salzburg · Seoul
Andrea Kvas, Untitled, 2021, tecnica mista su lamiera zincata / mixed media on galvanized canvas, 50 x 40 x 3 cm
Maria Morganti, Gemmazione N°5, 2023, olio su tela / oil on canvas, 13,5 x 18,5 x 5 cm, mensola in plexiglass e acciaio / plexiglass and steel shelf, 1,5 x 44,5 x 35,7 cm
Courtesy dell’artista / Courtesy of the Artist, ph. Francesco Allegretto
Farid Rahimi, Empty Walls 88, 2020, tecnica mista e olio su tela / mixed media and oil on canvas, 30 x 40 cm
Alejandra Seeber, Yester Memories, 2022, olio su tela / oil on canvas, 198 x 163 cm
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